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22/09/2015 06:25:00

Preti alla sbarra.Continuano i processi a Don Caradonna a Marsala e Don Librizzi a Trapani

 Don Enzo Amato, parroco della chiesa di contrada Paolini, è stato ascoltato come testimone nel processo a don Vito Caradonna, ex parroco della chiesa di San Leonardo “sospeso a divinis” a causa di una condanna subìta per tentata violenza sessuale su un uomo, accusato di circonvenzione di incapace. Secondo la Procura (indagine della sezione di pg delle Fiamme Gialle), Caradonna si fece consegnare quasi 70 mila euro da un parrocchiano, M.D.G., ex militare della Marina con problemi di natura psichica. E solo a fine ottobre 2011, grazie all’intervento di un legale, M.D.G. riuscì a riavere i suoi soldi. Un prestito lo chiese anche ad un altro prete, don Enzo Amato, che alla fine del 2010 era parroco della chiesa di Grazia Puleo. Per don Enzo il giudice Matteo Giacalone, dopo due assenze senza alcuna preventiva giustificazione, aveva addirittura ordinato l’accompagnamento coatto con i carabinieri, per poi revocarlo dopo che l’ex missionario in Ecuador ha spiegato che il giorno della precedente udienza era impegnato in un funerale. Finalmente in aula, padre Enzo Amato ha raccontato: “Don Vito mi chiese un prestito di 45 mila euro per esigenze di parrocchia. Prestito che io gli concessi, con bonifico dal conto della mia parrocchia a quello della sua, dopo aver avuto l’avallo del vescovo (Domenico Mogavero). Dopo circa un mese, mi restituì il denaro”. Il 14 ottobre, sarà ascoltato l’arciprete don Giuseppe Ponte e Gaspare Marino. Nel marzo 2012, quando scattò l’accusa di circonvenzione d’incapace, il giudice delle indagini preliminari Francesco Parrinello dispose, per don Vito, il divieto di dimora nel Comune di Marsala. Misura cautelare poi revocata. Dall’indagine, coordinata dal procuratore Di Pisa e dal pm Scalabrini, è emerso che il giovane parroco (difeso dagli avvocati Stefano Pellegrino e Luigi Pipitone) aveva sempre bisogno di denaro perché dedito al vizio del gioco (“Gratta e vinci”, con cui ha anche vinto 50 mila euro) e per questo, spesso, chiedeva prestiti anche ad altri parrocchiani. Da un accertamento alla Camera di commercio, inoltre, è emerso che sono ben 17 gli assegni a vuoto protestati al sacerdote (indebitatosi per il vizio del gioco), per un ammontare complessivo di 170.454 euro. E anche la Banca d’Italia ha confermato l’esistenza di “anomalie” nel tourbillon dei crediti - mutui, affidamenti, etc. - accordati al prete. Un continuo bisogno di denaro che ormai l’aveva condotto dentro un vortice che poco aveva a che fare con la sua funzione di “ministro del culto cattolico”. Anzi, questa veste gli era utile per chiedere denaro a chiunque riteneva nelle condizioni di potere aderire alle sue richieste. Non soltanto, quindi, all’ex militare della Marina in pensione con problemi mentali, ma anche ad altri parrocchiani. Come è emerso dalle indagini delle Fiamme Gialle. Tra le persone dalle quali il giovane parroco, ex cappellano del carcere, ha ottenuto denaro (10 mila euro) anche l’avvocato Antonino Sammartano, il legale grazie alla cui intermediazione, la vittima riuscì, dopo parecchio tempo, a rientrare finalmente in possesso del denaro prestato a don Vito. L’ex assessore comunale all’urbanistica, tra i parrocchiani più attivi della borgata, ha anche fornito un importante contributo all’indagine. Il vescovo Domenico Mogavero aveva anche revocato la competenza a gestire i beni patrimoniali della parrocchia di San Leonardo perché don Vito si sarebbe impossessato di oggetti votivi della chiesa per impegnarli.

LIBRIZZI. Battute finali a Trapani per il processo a Don Librizzi. Si aggrava la posizione del prete sotto processo a Trapani con l'accusa di violenza sessuale. "L'esame clinico diretto ha consentito di escludere la presenza di psicopatologie strutturate e clinicamente rilevanti". E' questo il quadro psichiatrico tracciato dai consulenti nominati dalla Procura di Trapani per descrivere le condizioni di don Sergio Librizzi, l'ex direttore della Caritas di Trapani, arrestato nel giugno 2014 per violenza sessuale ai danni di richiedenti asilo e attualmente sotto processo con il rito abbreviato. Sulle condizioni psichiche del prete si era gia' espresso il medico Gaetano Vivona, nominato come consulente di parte dai legali di Librizzi, ma in quel caso l'uomo era stato considerato "non capace di intendere e volere". La relazione redatta dal dottor Maurizio Marguglio e dallo psichiatra Domenico Micale (nominati come consulenti del Tribunale) dunque ha capovolto l'esito. "Nel periodo della commissione di fatti contestati - si legge nella relazione - il Librizzi non presentava infermita' di mente, di misura tale da incidere sulla capacita' di intendere e di volere". I medici inoltre hanno risposto alle domande del gip Antonio Cavasino e del pm Paolo Di Sciuva arricchendo lo scenario sanitario di Librizzi. Oggi avranno inizio le discussioni, che seguiranno il 22 settembre.